Erbe spontanee … non solo insalatine di primavera
Forse timidamente ma la primavera fa capolino e ci delizia con le prime insalate di fiori ed erbe spontanee. Ma le erbe spontanee non sono solo buone da mangiare hanno anche delle proprietà. Nel libro di Giof Agrati “Racconti per dodici Mesi” oltre a catturarne i suoi bellissimi disegni scopro delle chicche di conoscenza su molte erbe.
Ad esempio le foglie essiccate di Farfara, erba che cresce prevalentemente negli incolti e sulle scarpate, venivano fumate per attenuare le crisi asmatiche ed erano un valido aiuto per disintossicare i fumatori incalliti (Leclerc). Nelle gravi malattie polmonari giovano le foglie fresche, schiacciate, fino a formare una poltiglia da applicare al petto. Oggi si impiegano i suoi fiori gialli per calmare la tosse e facilitare l’espettorazione nei catarri acuti delle vie respiratorie. Viene inoltre utilizzata contro le dermatosi del cuoio capelluto per il suo alto contenuto di zolfo. Figuratevi che anticamente una riproduzione del fiore di Farfara si trovava sulle porte delle farmacie di Parigi.
Anche la Borsa da Pastore è una delle più comuni e diffuse piante erbacee e cresce ovunque. Giof scrive che non attira lo sguardo tanto è minuta e disadorna e, solo per questo, mi fa già tenerezza. Ha steli alti, eretti e poco ramificati e fiori piccoli, bianchi, disposti a grappolo. Il frutto è una piccola capsula a forma di cuore che ricorda una antica borsa da pastore di montagna. Questa “borsa” contiene piccoli semi rossicci. La Borsa da Pastore ha proprietà medicinali riconosciute. Fu consacrata dal Mattioli (XVI sec.) come eccellente emostatico. Secondo le sue prescrizioni la pianta conveniva soprattutto nelle emorragie dovute all’alterazione del sangue, alle donne i cui cicli si ripetevano troppo frequentemente o che duravano tanto, ai soggetti che sanguinavano e avevano delle ecchimosi al primo colpo. Secondo il dr. Leclerc (XX sec.) la Borsa da Pastore è molto efficace “nelle due età estreme della donna: la pubertà e la menopausa che si traducono spesso in metroraggie”. Le più recenti ricerche (Valnet-Hannon) le conferiscono la proprietà di rafforzare la tonicità dell’utero e di essere utilizzata con successo anche nei prolassi uterini. Il momento migliore per raccoglierla è proprio adesso, la primavera, anche se può essere raccolta tutto l’anno. Deve essere usata e trasformata fresca perché l’essiccazione la rende quasi inattiva.
La Polmonaria è una pianta erbacea perenne, della famiglia del nontiscordardime e della borraggine. I suoi fiori dapprima rosa diventano in seguito blu violetto e sbocciano adesso, all’inizio della primavera. Le sue foglie sono ottime mangiate crude ed il loro succo ha un buon contenuto di vitamina A e C. Giof dice che nei secoli scorsi ha goduto di una reputazione eccessiva. Pensate che il suo nome deriva dalla “Dottrina dei segni” (XV e XVI sec.) e Paracelso fu uno dei suoi più convinti sostenitori – Teoria delle Affinità per cui le proprietà di una pianta vengono definite dalle sue caratteristiche morfologiche. Secondo questa teoria le piccole macchie arrotondate che costellano le foglie della Polmonaria venivano accomunate a quelle che caratterizzano i polmoni dei tubercolotici e questa era considerata un’indicazione della sua efficacia contro le malattie polmonari e da ciò deriverebbe il suo nome.
Auguro a tutti una serena Pasqua, piena zeppa di erbette portentose.