Vendemmia, vinoterapia e budino al mosto
Dopo aver seminato lo zafferano, preparato conserve, raccolto le nocciole ed i primi funghi, è arrivato il momento della vendemmia.
Della vite non si spreca niente quasi come il maiale. Si utilizzano soprattutto le foglie, le bucce, i piccioli, i raspi ed i frutti.
Lo sapevate che la vite si credeva donata all’uomo da Dioniso, dio dell’ebbrezza, ed era una pianta sacra nel mondo greco? La leggenda è un tantino cruenta e tralascio. Dico solo che in seguito i Romani ripresero questo mito e lo riferirono a Bacco, dio del vino e dell’ebbrezza.
Comunque, fin dai Greci e dai Romani il vino veniva bevuto diluito nell’acqua, perché se, bevuto puro, si temeva potesse risultare nocivo. Era però apprezzato, già all’epoca, per le sue proprietà ricostituenti e antisettiche e, nella medicina romana, era pratica comune il lavaggio delle ferite con vino ed aceto, talvolta mescolati ad altre erbe. Il vino serviva inoltre per altri preparati officinali, nei cosiddetti “vini medicinali”.
Ho poi letto altre curiosità sul vino di cui non ero a conoscenza: il vino è considerato uno stimolante (consumo moderato!) per l’azione dell’alcool e degli eteri contenuti. I vini rossi sono tonici, ma alcune volte difficili da digerire a causa dell’alto contenuto di tannini. I vini bianchi sono validi diuretici per il loro contenuto di tartrati alcalini. Gli spumanti, in particolare quelli secchi, sono leggeri e facilmente assimilabili e, grazie al loro leggero potere anestetico, levano la nausea. Per il contenuto di acido carbonico che stimola la mucosa gastrica, favoriscono la digestione. Inoltre, vini come il Marsala o il Porto erano usati come energetici nelle malattie acute gravi, perché in piccole quantità non stancano lo stomaco con lunghi processi digestivi e non alzano la temperatura corporea.
Se si approfondisce si scopre che i principi attivi della vite sono:
- i polifenoli: antociani e altri flavonoidi (pigmenti); gli acidi fenolici, tannini (procianidine e OPC), stilbeni (resveratrolo, viniferine);
- l’olio vegetali (nei piccioli): acidi grassi polinsaturi, vitamina E.
La vite ha tante proprietà ed è anche utile in caso di cattiva circolazione, in caso di sintomi premestruali e collegati alla menopausa e come complemento di una dieta dimagrante.
Si dice anche essere:
- un antiossidante eccezionale. Il resveratrolo, contenuto soprattutto nella buccia dell’acino d’uva nera, ha un notevole potere antiossidante. Esso viene attualmente studiato per i suoi potenziali effetti benefici sul diabete, l’obesità e le malattie degenerative del sistema nervoso, sulla prevenzione dei tumori, delle malattie cardiovascolari e dell’invecchiamento.
- Un tonico venoso. I polifenoli (tannini e antociani) della vite rossa possiedono un’azione protettrice e tonica incontestabile sui vasi sanguigni; è stato particolarmente dimostrato che essi rafforzano le pareti dei capillari.
In particolar modo, l’estratto di raspi d’uva ricco di procianidine, mostra un ampio spettro d’attività: antiossidante antinfiammatorio, antibatterico, protettore del cuore, del fegato e del sistema nervoso.
Allora, EVVIVA, la vinoterapia per la pelle e direi anche per l’umore! Quindi, per non farmi mancare nulla oltre alla maschera con acini d’uva mi sono fatta una sorta di budino di mosto. Vi giuro, una leccornia ed è anche semplicissimo e veloce da fare. Prendete 1l di mosto; 100gr di farina 00 e 30 gr di zucchero. Fate bollire il mosto, aggiungete la farina setacciandola e girando con la frusta per arrivare alla giusta consistenza (se vi sembra troppo liquida aggiungete ancora un po’ di farina), aggiungete poi lo zucchero ed il gioco è fatto: 10 minuti per un concentrato di bontà e salute! Vi consiglio di assaggiare prima per regolarvi sullo zucchero, in base ai vostri gusti.