E fu il primo coniglio ….. Il pianeta inabitabile
Fra 2 anni saranno passati 150 anni da quando fu introdotto in Australia il primo coniglio ed è grazie a questa geniale trovata che quel continente è per metà deserto. L’importazione di 24 conigli ha alterato l’equilibrio “ecologico“, vale a dire l’alterazione dei rapporti che intercorrono tra le specie viventi (vegetali ed animali) e l’ambiente in cui vivono.
Come si può pensare che piccoli e teneri coniglietti possano incidere così profondamente sull’equilibrio del sistema?
Correva l’anno 1968 quando Alberto Moravia definiva la nostra società “escrementizia” che misura la propria efficienza nella quantità di rifiuti, cioè dalla quantità degli escrementi industriali emessi dal consumatore: ne è derivato l’inquinamento delle acque e dell’aria oltre all’accumulo di un’enorme quantità di materiale plastico indistruttibile. Tutto ciò ci affligge ancor oggi. E la pubblicazione del fascicolo dell’UNESCO nel gennaio 1969 del “Il pianeta inabitabile” sembra uno scenario roseo dei nostri giorni.
Come l’importazione dei conigli che Austin fece nel 1869 in Australia così i cacciatori dell’Arizona hanno sterminato lupi e puma che aggredivano il cervo di Kaihab, selvaggina pregiata. Questo cervo pullulante ha saccheggiato la vegetazione dello Stato, dopo di che è morto di fame.
L’Egitto distruggeva gli ibis, divoratori di serpenti. La biscia si è moltiplicata, divorando tutte le rane. La locusta, non più sterminata dalla rana, devasta le messi.
In Francia poi, lo sterminio degli uccelli notturni ha lasciato proliferare i piccoli roditori che hanno divorato più del 12% dei raccolti. Verso il 1950 la Cecoslovacchia ha distrutto le volpi in Boemia, perchè davano la caccia alla selvaggina. Nel 1952 le epidemie devastarono la foresta; non c’era più la volpe per mangiare le bestie contagiose.
Questi esempi insegnano che cosa è l’equilibrio biologico e ci mostrano la sua vulnerabilità. Migliaia di specie popolano il nostro pianeta. Ciascuna adempie al suo compito. Il lombrico aerea il suolo (l’Olanda ha dovuto importarne per rendere coltivabili i campi conquistati sullo Zuiderzee). L’erba cresce, nutre l’erbivoro che concima la terra. Il carnivoro mangia l’erbivoro, impedendogli di distruggere la vegetazione della quale si nutre.
Sappiamo che il pesticida è inefficace perchè alcune qualità d’insetti diventano resistenti e si moltiplicano ancora di più poichè nessuno di quei prodotti è nemico di un solo insetto, ma uccide anche quelli che distruggono ciò che si desidera eliminare. Che perciò fanno male anziché bene. Il vero “pesticida” è l’equilibrio naturale ecologico!
Ma, l’equilibrio biologico viene messo in crisi anche e soprattutto dall’uomo e dall’inquinamento che produce. Verso il 1900 cinquanta specie di pesci popolavano il corso inferiore della Senna. Non rimangono più che poche anguille mezze ammalate. I fiumi svizzeri, intorno a Zurigo, non hanno più vita. I corsi d’acqua francesi trasportano in continuità tonnellate di materie contaminate; l’impiego dei detersivi ha ancora peggiorato la situazione. Le autorità sono impotenti davanti ai petrolieri così come davanti all’industria chimica ….
Tutte queste informazioni sono state estrapolate dalla rivista “Pianeta” del giugno 1969. Lo stesso gruppo di ricerche Pianeta prendendo atto della situazione di quegli anni descrive un’immaginaria conferenza convocata a Thule nel 2005, quando oramai lo scempio è tale che i rimedi ordinari appaiono inefficaci, perchè gli uomini di governo non hanno avuto la forza di opporsi allo sviluppo disordinato; augurandosi, poi, che nessuna conferenza debba riunirsi per salvare il pianeta!
Queste parole scritte negli ultimi anni del 1960 sono, purtroppo, di estrema attualità nel 2017. Ancora oggi fatichiamo ad adottare metodi sani ed “ecosotenibili” di vita, di smaltimento dei rifiuti (i nostri mari sono ingombri di plastica che galleggia!), di rispetto verso l’ambiente e gli animali.
Per fortuna esistono persone fuori dal coro che ci danno speranza anche con piccoli gesti quotidiani.
Ripensiamo e rivediamo i nostri modelli per un nuovo concetto di qualità.
Petrini sostiene 3 punti: BUONO,PULITO e GIUSTO che mi sento di condividere.