Il fiore giallo del Tarassaco
Il giallo apre le porte alla Primavera.
I fiori gialli della Forsizia ne sono il più classico segnale perché sono fra i primi che ravvivano i nostri giardini. Quando le altre piante inizieranno a fiorire la Forsizia sarà ricoperta di foglie perché avrà già completato la sua fioritura. Infatti quella della Forsizia è una bellezza fugace quanto strabiliante. Potete coltivarla anche in vaso sul terrazzo, meglio al sole; o isolata in un giardino o per formare una siepe.
Nella medicina orientale la Forsizia viene adoperata come antinfiammatorio e antiallergico ma non sembra avere particolari proprietà fitoterapiche.
E poi il giallo del Narciso che fa capolino da dietro la Forsizia. Con quest’ultima ha in comune la fugacità. In natura ce ne sono circa 60 specie. E’una bulbosa affascinante perché stuzzica la fantasia con i suoi molteplici significati. Il più simbolico deriva dal mito greco del poeta Ovidio che lega il narciso alla bellezza e all’amore di sé, all’incapacità di aprirsi all’altro e di essere solo concentrati su se stesso in un autocompiacimento implosivo che porta all’autodistruzione. Siccome “dai diamanti non nasce niente …” dall’annientamento di Narciso nasce un fiore con il suo nome che, come il mito della leggenda, è ambivalente ed ha significati positivi perché rappresenta l’autostima ma anche negativi perché rappresenta la vanità e l’incapacità ad amare.
A me piace il significato attribuito a questo fiore in Cina dove è il simbolo di fortuna e prosperità per l’anno nuovo dato che la sua fioritura corrisponde al periodo del Capodanno cinese.
Ed infine il Tarassaco con i suoi fiori di un giallo intenso che mi fanno pensare al sole e ad i suoi raggi. Le nostre campagne sono piene di questi splendidi fiori conosciuti anche come denti di leone per la forma dentata delle foglie, soffione per la sua palla lanosa che contiene i semi, o piscialletto per le sue proprietà diuretiche.
Del Tarassaco non si butta niente: i fiori in insalata o in pastella e fritti; i boccioli sott’olio o sott’aceto che ricordano i capperi; le radici tostate come surrogato del caffè.
Il bello di questa pianta è il suo nome che racchiude le sue potenzialità: Tarassaco proviene dal greco taraké “scompiglio” e àkos “rimedio”, che rimette in ordine l’organismo.
Ma la cosa migliore che sono riuscita a fare con i fiori di Tarassaco è la gelatina.
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365 fiori di tarassaco;
2Kg zucchero;
2Kg acqua;
2 limoni non trattati tagliati a cubetti.
Fate bollire i fiori ed i limoni in acqua e fateli raffreddare. Il giorno dopo colate il tutto con il colino ed aggiungete lo zucchero; rimescolate e dopo circa 1 ora di cottura dovrebbe cambiare colore e diventare vischioso (attenzione a non farlo caramellare).
E’un nettare e come tale può sostituire il miele. Assieme alla formaggetta di Roccaverano è delizioso!